Ci amiamo molto, perciò ci distruggiamo!  Prima puntata: Figli e fiducia

Ci amiamo molto, perciò ci distruggiamo! Prima puntata: Figli e fiducia

Esploriamo una nuova tappa del nostro percorso di Sviluppo Personale (vedi Post sulla Crescita Personale). In una relazione tra genitori e figli, la fiducia è una condizione di partenza o è il punto di arrivo, una conquista? Io credo che la fiducia sia un corollario dell’amore. Io amo e perciò mi fido. Io amo mio figlio e ho fiducia in lui. La fiducia è una cosa seria. Detta così, può sembrare banale…mi fido di te…mi affido a te…sono frasi che mi fanno tremare. La fiducia è una cosa serissima. Fiducia viene dal latino “fidere – avere fede,  credenza o speranza in persona, o anche nel buon successo di chicchessia, fondate su segni o argomenti certi o molto probabili” La fiducia è uno dei regali  più grandi che un genitore possa fare ad un figlio.  La fiducia è un atteggiamento mentale e sentimentale, non un semplice slancio emotivo come spesso può apparite. La fiducia è complessa, contempla in se ascolto, rispetto, conoscenza, accettazione della diversità, tolleranza, crescita e al contempo amore. Non a caso fiducia ha la stessa radice di fede e si ha fede in una divinità. La fiducia implica un atto irrazionale che discende dall’amore e così quindi quando i genitori dicono di aver fiducia in un figlio in realtà stanno dicendo che hanno fede in lui, cioè compiono un atto irrazionale che come corollario ha “qualunque cosa tu faccia io sono dalla tua parte”. Poi il difficile viene quando davvero bisogna metterlo in pratica, mi rendo conto. Difficile, però, non vuole dire che non si può fare…significa solo che ci vuole impegno. Ero appena adolescente…12 anni o giù di lì…frequentavo la seconda media e all’uscita dalla scuola mi ero fermata a guardare i miei compagni di classe che giocavano a pallone. C’era il mio fidanzatino che giocava a pallone…il mio grande primo amore a dirvela tutta. Ero un po’ distante ma mi ero appostata per vedere bene. La partita si è protratta e ho fatto tardi a tornare a casa. Mia madre giustamente nervosa per il mio ritardo mi chiede (vi riporto le parole esatte perché sono impresse a fuoco nella mia mente) M: “dove sei stata? Perché sei rientrata a quest’ora?” Io: “ sono stata sulle scale della scuola a vedere i ragazzi che giocavano a pallone” M: “hai le prove?” Io: “….” Bastano pochissime parole per fare di un campo verde una distesa bruciata. Questo, che vale per gli adulti è ancor più vero con i bambini. Credo che con queste tre parole mia madre si sia giocata il rapporto con me. Guai! Guai! Guai a me, se dovessi regalare a mio figlio tutto e non la fiducia. Vediamo un po’ come sarebbe andata se il dialogo fosse stato diverso… M: “Dove sei stata? Perché sei rientrata a quest’ora?” Io: “ Sono stata sulle scale della scuola a vedere i ragazzi che giocavano a pallone” M: “ Ti rendi conto di aver fatto tardi?” Io : “ Si mamma, scusa, non mi sono accorta del tempo che passava?” M: “Ok, la prossima volta stai attenta. E…chi ha vinto?” Io: “Mamma pensa ha vinto la squadra di G….” M: “ e chi è G… ? E così via…magari le avrei anche raccontato che cosa mi stava succedendo e come mi batteva forte il cuore quando lo vedevo….ragazzi come mi batteva il cuore! A voi com’è andata? Avete sempre sentito di avere la fiducia dei vostri genitori?  
Tu chiamala se vuoi…Emozione

Tu chiamala se vuoi…Emozione

Esploriamo una nuova fondamentale tappa del nostro percorso di Sviluppo Personale (vedi Post sulla Crescita Personale) A chi non è mai capitato…durante una giornata apparentemente tranquilla e magari proprio in un momento di relax, improvvisamente ci sentiamo mancare il respiro, il battito cardiaco accelerato, i pensieri che corrono veloci. Abbiamo la sensazione che tutto ci stia fuggendo di mano! Sentiamo il bisogno di trovare una soluzione immediata ma la nostra testa è come vuota e in noi subentra quella terribile paura di perdere il controllo! Cosa ci sta succedendo? Stiamo semplicemente provando un’emozione naturale e universale molto simile alla paura, che per quanto possa essere uno stato di tensione spiacevole, senza un motivo evidente, ha la funzione di proteggerci dalle minacce esterne o interne preparandoci all’azione, attraverso risposte di difesa organiche (ad esempio mancanza di respiro, battito cardiaco accelerato) o psicologiche (sensazione di paura). Noi tutti proviamo emozioni. Ci capita di essere arrabbiati quando litighiamo con qualcuno, di provare paura per un colloquio di lavoro importante…o magari quando dobbiamo andare dal dentista! In questo caso la spiacevole tensione emotiva di paura è costruttiva e utile perché ci restituisce l’energia necessaria per affrontare proprio ciò che temiamo. Il piccolo problema è che non sempre la causa delle nostre emozioni è facilmente identificabile. Succede, a volte, di provare paura per qualcosa senza riuscire a identificarne il motivo. Quando, infatti, le cause non sono esterne, spesso si trovano nel nostro intimo in forma di immaginazioni, ricordi…o significati che diamo ad un evento o ad una persona che non sempre riusciamo a identificare. Ci capita così di essere arrabbiati o di trovarci giù di corda senza saperne il perché. Questo spiacevole stato di tensione emotiva simile alla paura, deve quindi rappresentare per noi un campanello d’allarme. Vediamola così, c’è un “amico interiore” che chiede di fermarci perché c’è qualcosa che non va, qualcosa che è nascosto dentro di noi! E’ necessario, quindi, dare ascolto a queste spiacevoli sensazioni, in modo da evitare che un’opportunità di crescita rappresentata da un nostro stato emotivo possa trasformarsi in comportamenti di chiusura verso noi stessi e la nostra vita, pur di tenere sotto controllo le forti angosce che attanagliano la nostra mente! Chiederci cosa ci stia succedendo, interrogare i nostri desideri e i nostri bisogni…ma soprattutto ricordarci che le emozioni fanno parte di noi…imparando a riconoscerle e quindi a gestirle, potrebbe allora essere un primo passo per non averne più paura! Perché siamo umani…e non possiamo “sentire” la vita senza sentire emozioni! A proposito, dimenticavo: vi state chiedendo quale sia il nome di questo terribile stato emotivo? Si chiama Ansia…e non è una malattia…non si cura… si riconosce, si ascolta, si gestisce!    Per approfondire: Ansia e sintomi ansia
Puoi fare molto di più per essere felice!

Puoi fare molto di più per essere felice!

Riprendiamo il nostro percorso di Sviluppo Personale! La motivazione personale (Vedi post sul raggiungimento degli obiettivi) è fondamentale e si può ottenere sempre di più ed essere molto più felici! Vuoi scoprire come?  Tutto è già scritto nelle storielle popolari: Un giorno arrivò un nipote cui Vincenzo era molto affezionato e che aveva visto crescere. Armando aveva appena finito i suoi esami annuali all’università ed essendo all’ultimo anno stava preparando la tesi di laurea. Corso dallo zio, al porto, lo salutò frettolosamente e gli chiese di posare subito il libro e dargli il massimo dell’attenzione. Era eccitato e ansioso di comunicargli qualcosa di favoloso. “Zio Vincè…ascoltami ora ho capito…dopo tutti questi anni di studio ho capito! Io mi sto laureando in economia, lo sai vero?” “Sì Armandì…e sono contento” “Aspetta aspetta…ascolta ho capito tutto” “Tutto cosa Armandì?” “Ho capito come funziona…il mercato, il marketing, la gestione d’azienda…” “Scusami Armandì ma io sono ignorante…che vuoi dire?” “Zio ascoltami questi sono concetti complicati, però mo cerco di farteli capire perché tu puoi fare un sacco di cose se mi ascolti. Allora, senti bene e pensaci: tu ora compri due cassette di pesce ogni mattina e hai già i tuoi fornitori e i tuoi clienti…” “Sissignore Armà, ho gli amici pescatori e gli amici delle locande…e quindi?” “Puoi espandere il mercato…aspetta mo ti spiego tutto: tu compri due cassette a 10 euro e le vendi a 30 euro, per fare un esempio… giusto?” “Sissignore, giustissimo!” “Ok! Coi 20 euro che guadagni tu mangi e dormi e te li spendi giusto?” “Sissignore Armà, pago la pensione, pranzo cena, il giornale…e qualche altra cosuccia che non mi faccio mancare…e allora?” “Aspetta aspetta…seguimi eh: se tu sfrutti meglio le tue risorse, e facendo un buon marketing…puoi ottenere dei risultati eccellenti e puoi acquisire nuove quote ed espandere il mercato” “Non ti seguo Armà…” “Zio te lo spiego facile facile: tu domani compri tre cassette al posto di due. Le vendi. Guadagni 50 euro, 10 li spendi per te e 40 li usi il giorno dopo per comprare ancora più pesce. La mattina cerchi nuovi clienti. Lo vendi e fai 80 euro…e il giorno dopo ne compri sempre di più…e giri tutti i ristoranti della zona e lo vendi…capisci?” “Sissignore Armandì…e poi che faccio?” “Poi zio, fai tanti soldi e qui ti puoi aprire una pescheria tutta tua…mi spiego” “Sissignore Armandì…e poi…poi che faccio?” “Poi ti aiuto io…con il marketing…facciamo un brand…una firma zio…una marca! Un marchio tutto tuo che ti distingue sul mercato…e apriamo altre pescherie in altri posti…si chiama Franchising…” “Franch chee? Io non le so queste cose Armandì…ma fammi capì, io poi che faccio?” “Poi ti compri una macchina grossa e giri tutte le tue pescherie per controllare che i tuoi operai lavorano bene…devi stare attento tu al tuo impero zio…mi spiego? “Sissignore Armandì…ma non ho capito poi che faccio?” “beh zio poi fondi una bella S.p.a….una società per azioni e metti dei manager che badino a tutto loro…e fra una ventina d’anni…massimo trenta…ti puoi mettere tranquillo, te ne stai al mare tutto il giorno, e finalmente ti puoi godere la vita!” “Armandì…solo na domanda: ma perché adesso io che sto facendo??” Prologo della storia: “C’era un uomo che viveva in una piccola città di mare. La mattina prestissimo andava al porto ad aspettare le barche che tornavano dalla nottata di pesca e comprava per pochi soldi due cassette di pesce freschissimo. Sceglieva con cura gli animali migliori, per lui tutto era fondamentale nella scelta: dimensioni, colore delle squame, peso, dilatazione della pupilla, odore. Era un vero intenditore. Finita la sua compera mattutina portava il pesce ai suoi clienti di fiducia che erano piccole trattorie da cui si fermava a fare colazione e in cui alternava il pranzo e la cena. Fatta la sua consegna, bevuto il suo caffè e scambiate due chiacchiere con gli amici, correva per circa un’ora sulla spiaggia respirando a pieni polmoni l’aria fresca della mattina e godendosi la vista del mare con il sole che si alza nel cielo. Quando poteva amava tuffarsi a mare alla fine della corsa e nuotare un po’. Il resto della giornata scorreva stando al porto con la sua canna da pesca, i libri che prendeva gratis alla biblioteca comunale, e lo scambio di idee con conoscenti ed amici. Aveva una camera fittata da anni in una pensione in cui dava anche una mano per la manutenzione. Le sue due cassette quotidiane di pesce gli permettevano di pagare il fitto con regolarità, mangiare bene ciò che lui stesso aveva scelto, comprare un quotidiano tutte le mattine e permettersi persino la carta e le penne per annotare i suoi pensieri. Non aveva un logo…non firmava…non controllava il suo impero…per tutti era solo Vincenzo…Vincenzo del porto.  Splendida Giornata a te!   by  Tony the Misfit 
Sei affamato e folle?

Sei affamato e folle?

Riprendiamo il nostro viaggio nello sviluppo personale Folli e affamati sono termini negativi? Siamo e sappiamo rimanere folli e affamati? Spesso, nella vita, sentiamo qualcosa che spinge in una direzione ma semplicemente non andiamo in quella direzione. Spesso, i miti della sicurezza e del controllo ci impediscono di seguire un’intuizione. Troppo spesso, nella vita, ciò che vogliamo diventa tristemente ciò che vorremmo e, col passare del tempo, ciò che vorremmo diventa inesorabilmente ciò che avremmo voluto! A volte dimentichiamo che non tutto è razionale, che niente o quasi è in realtà sotto il nostro controllo, che c’è un flusso che si chiama vita. Il flusso scorre e, talvolta, l’abbandono fiducioso è un’opzione valida! Spesso ci vediamo persi, naufraghi in mezzo all’oceano della vita, aggrappati al piccolo tronco delle abitudini. A volte, la paura di staccarci dal nostro legnetto ci impedisce di nuotare liberi, di goderci le bracciate, di scoprire che a poche centinaia di metri c’è un’isola…e chissà, un tesoro. Spesso attiviamo il controllo…che ci fa perdere il controllo, dimenticando che siamo molto bravi a complicare la vita ma assolutamente inesperti nell’arte della semplicità! Ora ciò che ti chiedo è di investire qualche minuto del tuo tempo per ascoltare tre storie…niente di eccezionale: solo tre storie. La prima storia è sull’unire i punti. Ascolta attentamente tutto se non lo hai mai visto. Ascolta attentamente tutto se già lo conosci. Buona visione con il mio augurio di cuore: “Stay Hungry, stay foolish!” A presto!
Agiamo o reagiamo?

Agiamo o reagiamo?

Ecco una nuova tappa del nostro viaggio nello sviluppo personale LA PRIMA COSA CHE DISTINGUE UN’AZIONE DA UNA REAZIONE È LA CONSAPEVOLEZZA! Tirare via la mano da una fiamma troppo vicina Comprare i regali a Natale Chiudere gli occhi guardando il sole Fumare sigarette Scansarci se qualcuno ci sta colpendo Bere l’acqua minerale Frenare di fronte ad un ostacolo improvviso Acquistare l’ultimo modello di… Rimanerci male se qualcuno ci da dello stupido Quali sono azioni e quali reazioni? Concentriamoci sulle pari, quelle che sembrano certamente azioni.   Consapevolezza è la distinzione tra un dono fatto in un giorno qualsiasi dell’anno e il regalo di Natale. Che bello, mentre stai leggendo un libro pensare ad una persona, senza un motivo consapevole, e decidere di regalarglielo il giorno successivo. Quando si avvicina il Natale, invece, ti ritrovi insieme a tutti i tuoi amici a condividere commenti tipo: “Devo regalare qualcosa a mia sorella/cugina/amica/madre e non so cosa prendere!” “Spero di non dimenticare nessuna delle persone a cui devo fare il regalo!” “Se non mi avesse regalato quel libro, l’anno scorso, ora non dovrei pensare anche al suo regalo!” Frasi del tutto normali e legittime. Ora, però, fermati 5 secondi. Pensa a cosa è un dono, pensa a cosa è il Natale.  Rispondi: in quell’occasione, stiamo agendo o reagendo?   Forse ti sarà più chiaro leggendo le frasi in questo modo: “Devo regalare qualcosa a mia sorella/cugina/amica/madre e non so cosa prendere!” “Spero di non dimenticare nessuna delle persone a cui devo fare il regalo!” “Se non mi avesse regalato quel libro, l’anno scorso, ora non dovrei pensare anche al suo regalo!” C’è una parolina che non ha molto di Natalizio né di dono. Hai ragione è solo una parola ma le parole non sono mai scelte a caso e sono fondamentali. Il giorno qualsiasi è il giorno del “Ho voglia di fare un regalo…”, “So che gli piacerà tanto questo libro”. Il 22 dicembre è il giorno del “Devo  ancora fare i regali…” È la differenza sostanziale che c’è tra l’azione e la reazione: scelta, libertà, senso, espressione di sé, crescita, sviluppo personale.   Parliamo ora dell’acquisto dell’acqua minerale. Qui sei sicuro che sia un’azione, vero? Sì, ci metteresti la testa su un ceppo con un boia accanto. Del resto acquistare l’acqua minerale non può certo essere una reazione! Reazione a cosa? In effetti, la consapevolezza, secondo me, è come un videogame, si sale di livello e la distinzione o la soluzione sono sempre più difficili. Bene attiva tutto il tuo senso critico, riflettiamo. Fino a venti, anche dieci anni fa tutti bevevamo l’acqua dalle fontane, a casa, al parco e persino al bar. Il mondo girava così: avevi sete…bevevi! Una catena elementare: sete…fontana…acqua…soddisfazione. Poi cosa è successo? Ricordi epidemie? Avvelenamenti? Intossicazioni da acqua di rubinetto? Nooo? Neanche io! Semplicemente ci hanno aperto gli occhi sul fatto che l’acqua del rubinetto non è frizzante e contiene persino del calcare. Sto per darti una triste notizia…tieniti forte…sei seduto?…se no…siediti! Con l’acqua non frizzante e persino con il calcare ci ha campato l’umanità per milioni di anni e noi fino a dieci anni fa. Qualcuno poi ha avuto un’idea geniale, creare l’acqua da bere diversa dall’acqua del rubinetto. Con le parole, l’esempio, tanta pubblicità e molta costanza…ti ha lasciato libero di scegliere…a quale marca affezionarti! Al bar, paghi una bottiglia da mezzo litro di acqua €1,30. Leggi bene 1,30 mezzo litro, ti stanno vendendo dell’acqua a €2,60 a litro! Perché ci lamentiamo della benzina che costa 1,40 euro al litro? È quasi la metà dell’acqua, è a buon prezzo! Il petrolio, però, è una risorsa scarsa, l’acqua è più del 75% del pianeta. Il potere della comunicazione: paghi €2,60 al litro un bene che hai a casa in quantità industriale! Rispondi adesso: quando acquisti l’acqua minerale stai agendo o reagendo? Acquistando l’ultimo modello di auto per andare da casa all’ufficio agisci o reagisci?   La ricerca della felicità non è morta, è più viva che mai, ogni essere vivente aspira ad essere felice, vive per questo. Io vivo per questo. Tu vivi per questo e ne hai diritto! Qualcuno però l’ha capito e ci gioca, ti indica la strada, ti mostra i mezzi per raggiungerla, ti fa il programma del viaggio, ti sistema persino le valigie, ti assicura in ogni modo il risultato. Devi solo pagare il biglietto. Tu ci credi e il biglietto lo paghi ma al capolinea non c’è quello che ti aspettavi e…solo allora leggi le due clausole del contratto che si chiama “vita”: non puoi tornare indietro e il biglietto non è rimborsabile! “La vita è come una commedia: non conta che sia lunga o breve, è importante che sia ben rappresentata.” Seneca C’è una sola risorsa scarsa, il tempo…se lo impieghi ad agire o a reagire fa la differenza! Forse non dobbiamo guadagnare tempo ma impiegarlo per il nostro benessere!
Cresciamo spontaneamente?

Cresciamo spontaneamente?

Iniziamo il nostro percorso di Sviluppo Personale! Cos’è la crescita personale? Me lo sono chiesto talmente tante volte. Bella domanda, davvero, bella domanda. Mi occupo di sviluppo personale e crescita personale da più di 10 anni e ogni volta questa domanda mi sembra sempre più interessante. La crescita personale è così, difficilmente definibile in termini chiari, netti ed esaustivi. Vediamo perché. Crescere è in realtà qualcosa che avviene di per sé e comunque, al di là di un percorso volontario. La crescita personale appare, dunque, come un processo naturale e continuo, un flusso spontaneo e incontrollabile su cui è impossibile intervenire. In realtà non è proprio così perché dobbiamo capirci sul termine “crescita”. Se per crescita intendiamo una semplice modificazione personale allora sì, tutto torna, la crescita personale è un processo spontaneo continuo e incontrollabile. Ci modifichiamo continuamente è innegabile. L’accezione cui solitamente si fa riferimento quando si parla di crescita personale è, però, un’altra: quella di un cambiamento o una serie di cambiamenti che seguano una direzione precisa e voluta. Questa direzione dovrebbe portare a esperienze di benessere, libertà, felicità (vedi post su sogni e obiettivi). Dopo questi anni investiti in percorsi di crescita e sviluppo personale credo che la definizione che più renda la mia idea sia:“Crescita personale è un percorso di sviluppo di capacità, atteggiamenti, convinzioni, valori, visioni e comportamenti che producano in ogni persona sempre maggiori possibilità di scelta, senso di libertà, benessere e felicità. Tale processo implica e fortifica consapevolezza e responsabilità” Non è certo una definizione esaustiva ma rende bene l’idea di ciò che in realtà non è sempre spontaneo, naturale e continuo. Si cambia sempre e di continuo, è vero. Ogni esperienza ci modifica; basta porsi qualche domanda per accertarlo: Sei lo stesso di 10 anni fa? Di 5 anni fa? Di 2 anni fa? E continuando ad accorciare il periodo considerato potrei chiederti: Sei esattamente lo stesso di ieri? E di prima di iniziare a leggere? Beh che ci crediamo o no, che ci piaccia o meno, la risposta è no! Tutto cambia continuamente. Molti dicono che la morte è l’unica cosa certa, in realtà sono almeno due e il cambiamento è la prima! Cambiamo continuamente. Crescita personale, però, significa crescere e cambiare nella propria direzione desiderata. E le parole utilizzate sono importanti e per niente casuali: ➢ C’è una direzione precisa da seguire. ➢ Questa direzione è desiderata: suscita in me emozioni e sentimenti positivi, mi ci vedo a percorrere quella precisa strada, ne sono attratto, sperimento benessere. ➢ La direzione precisa e desiderata è mia, ovvero, frutto di una scelta libera e personale non frutto di adattamento a un’altra persona, alla mia famiglia, alla “gente”, alla cultura dominante che mi indica cosa fare. Un viaggio dunque, verso mete che ci diano sempre maggiori possibilità e benessere. La crescita personale, attenzione, è il percorso non la meta. È il viaggio da gustare! Un processo che può solo iniziare…non finire! C’è davvero la possibilità di dire “Bene. Adesso sono cresciuto! Ora la mia crescita è finita!”? Francamente credo di no. Iniziare e sentire di andare sono le parole chiave! Come può iniziare un viaggio nel mio mondo, un percorso affascinante di crescita personale, la ricerca di un equilibrio sempre maggiore? Oggi io rispondo: inizia dallo strumento più semplice ed efficace che abbiamo a nostra disposizione, le domande. Ma domande precise, perché è dalle domande che ti poni che dipendono le risposte che ti dai, le possibilità che vedi, la direzione che segui. Cosa mi piace molto della mia vita? Cosa precisamente voglio cambiare della mia vita? Quali sensazioni che vorrei provare, oggi sento di non provare? Cosa precisamente mi impedisce di sentirmi libero e felice? Sono solo piccoli esempi di domande precise e potenti che ci permettono di individuare i nostri obiettivi di crescita. Molto diverse da domande come: sono felice? Perché dovrei stare bene e non sono felice? Chissà se è possibile davvero cambiare qualcosa? Concentrati bene sulle sensazioni che la sola lettura di queste domande ti procura. Credo che naturalmente tu colga le differenti sensazioni che producono in noi. Ma l’importanza delle domande e il loro legame con le sensazioni e i risultati che otteniamo sono temi che tratteremo approfonditamente in prossimi post. Nelle domande fai molta attenzione alle negazioni! (vedi post su motivazione, mente inconscia e negazione)Splendida giornata  a te! A prestissimo! Antonio