Episodio 281 – Come superare l’egocentrismo con la meditazione

Episodio 281 – Come superare l’egocentrismo con la meditazione

Spesso siamo abituati ad essere concentrati solo su noi stessi. Come possiamo superare questo egocentrismo con la meditazione? La pratica può aiutarci ad uscire da noi stessi. In particolare con le pratiche sugli incommensurabili è possibile uscire da noi stessi. Ne parliamo in questo video con Fabrizio Giuliani, maestro di meditazione. Anziché osservare solamente i nostri stati, come accade nella meditazione vipassana, con la meditazione sugli incommensurabili possiamo andare oltre l’ossessione verso noi stessi. Questi stati sono definiti da Bhudda gli incommensurabili, poiché sono senza fine. Sono gli stati mentali che sono i pilastri dell’universo. In particolare questi stati sono la metta, benevolenza e fratellanza; karuna, che è la compassione (soffrire con l’altro senza voler risolvere la sofferenza dell’altro); mudita, la gioia per la gioia degli altri; upekkha, l’equanimità, la qualità mentale che è in grado di abbracciare tutto, essendo in armonia con tutto, gioie e dolori. Sono pratiche di concentrazione che hanno lo scopo di coltivare questi stati mentali ripetendo delle frasi. Tutte queste pratiche ci portano fuori da noi stessi, ci aiutano a comprendere che noi non siamo al centro dell’universo. In questo senso ci fanno superare l’egocentrismo. Come coltivare degli stati mentali specifici?
Episodio 280 – Come cambiare le abitudini dannose

Episodio 280 – Come cambiare le abitudini dannose

Le nostre abitudini hanno un forte impatto nella vita quotidiana. Ma cosa sono le abitudini? L’abitudine è un comportamento che viene prima scelto, poi rafforzato con la ripetizione e poi da consapevole e volontario diventa inconsapevole e involontario. Le abitudini hanno dei vantaggi e degli svantaggi. Quali sono? Quali sono i vantaggi delle abitudini? • Poco sforzo: ogni cosa fatta per abitudine richiede poco sforzo • Efficienza: impiega il minimo di risorse e da la massima resa. • Obiettivi a lungo termine: quando dedichi tempo per raggiungere dei obiettivi le abitudini aiutano a facilitare il raggiungimento. • Ci danno struttura: ci aiutano a strutturare il nostro tempo. • Sicurezza emotiva: ci dà sicurezza perché dando struttura al tempo, ci aiutano a sentirci in un ambiente più sicuro. Ma quali sono gli svantaggi delle abitudini? • Monotonia • Resistenza al cambiamento • Limitazione della creatività: noi siamo essere creativi e abbiamo bisogno di fare esperienze ed apprendere per crescere ed evolvere • Dipendenza dalla comforte zone: poiché abbiamo resistenza al cambiamento e non siamo creativi, non abbiamo idee nuove, abbiamo energia bassa, diventiamo apatici e dipendenti, senza stimoli e novità. Più mi chiudo e più tendo a chiudermi. • Cecità alle opportunità: chiuso in me stesso, non riesco a vedere le opportunità che mi si presentano. Quali sono le nostre abitudini? Quanto ne siamo dipendenti?
Episodio 279 – 5 passi per CRESCERE e CAMBIARE

Episodio 279 – 5 passi per CRESCERE e CAMBIARE

Cosa vuol dire crescere? Come possiamo crescere e conoscerci meglio? Una domanda fondamentale da cui partire è: Voglio crescere o voglio odiarmi? Se rispondiamo “voglio crescere” allora dobbiamo capire quali sono gli impedimenti alla nostra crescita. Spesso Inconsciamente noi siamo gli unici nemici della nostra crescita. Ma la crescita e il cambiamento partono da una scelta: voglio crescere davvero? Ci sono dei passi fondamentali da fare per poter crescere e attivare il cambiamento. Quali sono? • Primo passo: passare dalla condanna alla compassione. La nostra cultura ci insegna che con la condanna noi cresciamo. Quando sbagliamo noi tendiamo a condannarci provocando dentro di noi una serie di emozioni negative. Questo impedisce un cambiamento. Infatti quando arriviamo alla compassione e ci prendiamo cura di noi possiamo crescere davvero. • Secondo passo: curiosità e comprensione: quando passiamo dalla condanna di noi stessi alla compassione, possiamo approcciarci a noi stessi con curiosità, con la voglia di comprendere e di analizzare i nostri comportamenti. • Terzo passo: Feedback costruttivo. Il linguaggio può essere usato in due modi: in modo giudicante o come feedback. Il feedback è derivato dall’esperienza che genera apprendimento. Il giudizio colpisce sempre l’identità. Il giudizio crea una equivalenza tra ciò che facciamo, diciamo e pensiamo e ciò che siamo. Il feedback si chiede: cosa posso fare di diverso? Il feedback serve a creare uno scenario diverso. Le domande da farsi sono: cosa concretamente posso fare di diverso? Cosa, invece, posso mantenere? • Quarto passo: accettare i cicli. Uno degli errori più grandi che facciamo è la nostra idea perfezionista della vita che ci genera sofferenza, perché guardiamo alla vita non per come è ma per come pretendiamo debba essere. Così, noi pretendiamo che il cambiamento sia lineare e non vediamo che invece avviene per cicli. • Quinto passo: sorridi e ridi di te. Si tratta di togliere la seriosità agli eventi, la pesantezza a ciò che accade. La risata è l’antidoto più forte all’ego e alle sue caratteristiche. Quando noi ridiamo di cuore si sgonfia l’ego. E cresce il sé, il vero sé. Su quale di questi passi senti di voler lavorare maggiormente?
Episodio 278 – Genitori e figli: come affrontare questa sfida educativa

Episodio 278 – Genitori e figli: come affrontare questa sfida educativa

In questa diretta, insieme a Chantal Dejean, abbiamo continuato a parlare della delicata relazione tra genitori e figli. Cosa vuol dire che siamo noi che “scegliamo la nostra famiglia”? Perché ci “capitano” questi genitori, questi figli e quelle situazioni che viviamo? Nel nostro piano di incarnazione abbiamo fatto scelte che ci hanno portato a vivere la vita che stiamo vivendo. Compresa la relazione con i nostri figli. Curare questa relazione è una sfida urgente in questi tempi in cui spesso i giovani sono allo sbando dal punto di vista educativo. Cosa possiamo fare per custodire questa relazione?
Episodio 277 – La magia di dire grazie.

Episodio 277 – La magia di dire grazie.

La magia di dire grazie. Gratitudine e speranza sono i due sentimenti che maggiormente dobbiamo imparare a coltivare. Perché ci fanno un gran bene. La gratitudine è uno stato di apprezzamento per qualcosa di interno o di esterno a noi. Quando siamo nella gratitudine noi apprezziamo ciò che siamo, ciò che abbiamo, ciò che l’altro fa per noi. Quando spostiamo il focus sulla gratitudine cambia il nostro stato psicofisico, mentale, spirituale. E ci sono tante ricerche che ne testimoniano i benefici. Ma nonostante i tanti benefici noi la pratichiamo poco. Perché? Perché? Perché diamo troppe cose per scontato. Viviamo come assuefatti a ciò che proviamo. Ci sono 3 tipi di gratitudine e gli effetti che si possono avere cambiano a seconda del tipo a: • Essere grati a se stessi: questo tipo di gratitudine può essere considerato un vero e proprio antidoto per l’autogiudice, per il giudice interno; • Essere grati agli altri: questo tipo di gratitudine cambia il clima relazionale • Essere grati a Dio e alla Vita: questo tipo di gratitudine genera accettazione, diminuisce la rabbia e il senso di ingiustizia e quindi stiamo meglio. Essere grati ci fa essere meno nel confronto con gli altri. La gratitudine è consapevolezza. Quando non siamo grati siamo in uno stato di inconsapevolezza. Ricorda: se vuoi essere beato impara ad essere grato. Quali sono i tuoi motivi di gratitudine?
Episodio 276 – Curare le ferite dell’infanzia. Scopri i passi necessari per la guarigione interiore

Episodio 276 – Curare le ferite dell’infanzia. Scopri i passi necessari per la guarigione interiore

Curare le ferite dell’infanzia. Scopri i passi necessari per la guarigione interiore Nella scorsa diretta ( • Le ferite dell’infanzia: perché facc… ) abbiamo parlato delle ferite dell’infanzia e di quanto inconsapevolmente soffriamo a causa di esse. In questo video abbiamo parlato di come riuscire a curare queste ferite e guarire nel profondo. Quali sono i passaggi fondamentali per curare le ferite dell’infanzia? Il passaggio primario è essere consapevole di dover fare un viaggio di attraversamento del dolore e di ricerca della verità. Il primo punto fondamentale per capire bene che c’è qualcosa della nostra infanzia che dobbiamo rivedere è il disagio (cioè dobbiamo prestare attenzione a quelle situazioni di disagio che viviamo) Il secondo step è chiedersi quel disagio quale emozione ci fa provare? Bisogna ascoltare il proprio corpo e vedere che emozioni sentiamo. Il terzo passo è imparare a riconoscere i nostri trigger, gli stimoli, le situazioni, che ci tirano dentro a quel disagio e alle emozioni correlate. Il passo successivo è individuare i ricordi in famiglia che hanno provocato disagio, emozioni e sofferenza, generando le nostre ferite. L’ obiettivo ultimo è togliere il velo all’immagine idealizzata che abbiamo costruito dei nostri genitori, disposti a vedere anche le parti “negative” nei nostri genitori.