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Problem solving: davvero non c’è soluzione?

Devo ammetterlo ciò che davvero amo del mio lavoro è che non risolvo i problemi di nessuno.
Accompagnare e guidare, in un percorso di Counseling o Coaching, una persona non significa, infatti, avere delle soluzioni pronte per i suoi problemi ma ampliare la sua prospettiva fino a rendere il cambiamento che desidera e il miglioramento della sua situazione inevitabile.

Mi piace essere un consulente di processo, non un esperto di contenuto… amo aiutare le persone ad aiutarsi,  guidarle a trovare le proprie soluzioni!

Perchè accade questo?
Come è possibile?
La risposta è contenuta in questa grande verità:
Ogni persona a livello consapevole o inconscio sceglie sempre la migliore soluzione tra quelle che vede come disponibili.

Concentrati ora sulla fine della frase: la migliore soluzione tra quelle che vede come disponibili… non tra quelle che esistono.

E’ questo il vero salto da operare, comprendere e soprattutto accettare che in ogni situazione:

  1. La nostra visione delle realtà non è la realtà
  1. Un problema non è mai una realtà oggettiva
  1. Quando ci sentiamo di fronte a un bivio, la terza strada esiste sempre… solo che non la vediamo.
  1. Il nostro punto di vista non è che la vista di un punto

 

Come ha detto un uomo di media intelligenza “Nessun problema può essere risolto con lo stesso livello di consapevolezza che l’ha creato” Albert Einstein

In altre parole l’unico modo che abbiamo per uscire da un incubo è svegliarci!
Finchè proviamo ad agire nell’incubo, qualsiasi scelta non farà che peggiorare e ci sembrerà ovviamente tutto sempre più disastroso.
Svegliarci significa cambiare sistema di realtà, cambiare livello, entrare in una consapevolezza davvero diversa.

Molto spesso questo non lo si fa per uno dei nemici principali del cambiamento: l’abitudine… solitamente farcita da una buona dose di orgoglio che dice: “Io ho il problema, io me lo risolvo! Chiedere aiuto è da deboli!”
Ma torniamo al punto centrale, la soluzione è sempre là… devi solo concederti di cambiare davvero prospettiva, modificare un po’ le abitudini, andare oltre i tuoi schemi di pensiero, (casomai aiutato da un buon Counselor) e vederla.

So già cosa stai pensando “Sì ok, facile a dirsi ma…Come faccio?”.

Non te lo dico io, lascio che a suggerirtelo sia una storia davvero istruttiva, leggila con attenzione:

Un uomo anziano che viveva da solo, provò a piantare, come faceva annualmente, pomodori nell’orto di casa, ma si trovò in difficoltà perché la terra era troppo dura. Il suo unico figlio, che solitamente lo aiutava, si trovava in prigione, così il vecchio gli scrisse una lettera:
“Caro figliolo, mi sento triste perché quest’anno non sono in grado di piantare i pomodori come abbiamo sempre fatto. Sono troppo vecchio per dissodare la terra. So che se tu fossi qui saresti felice di farlo, come nei tempi passati. Con amore. Papà.”

Pochi giorni dopo ricevette una lettera dal figlio:

Caro papà, non scavare nel campo. E’ lì che si trova sotterrato il cadavere. Con amore. Tuo figlio.
La mattina seguente, alle prime luci dell’alba, la polizia si presentò a casa del vecchio e in breve mise all’aria l’intero campo, ma non trovarono alcun cadavere.

Lo stesso giorno ricevette un’altra lettera dal figlio:

Ora puoi piantare tranquillamente i pomodori. Date le circostanze questo è stato il meglio che ho potuto fare. Con amore. Tuo figlio“.

Lascia il tuo commento che sarà certamente un ottimo spunto di riflessione per tanti
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Ti auguro una splendida giornata!

Antonio