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La coppia imperfetta

Parliamo di perfezionismo in coppia… una “malattia” molto diffusa!
Una frase che amo spesso dire ai miei clienti e alle coppie che seguo in counseling è di accettare con serenità che

“Siamo tutti perfetti… nella nostra perfetta umana imperfezione”

Oggi ho il piacere di condividere un post sul perfezionismo, sulle sue sfumature, sui pericoli che crea per la nostra vita e soprattutto per le nostre relazioni più intime, scritto dalla mia amica e collega Daniela Troiani, persona, psicologa e counselor di grande spessore.

Ho preferito lasciare il post nella forma originale, corrispondenza tra Daniela e la sua cliente, perchè possa esprimere le sfumature umane fondamentali che si sarebbero perse in una rielaborazione tecnica. Buona lettura e buona riflessione!

 

Dopo anni una cliente di Pavia mi scrive perché è  nuovamente esplosa la sua ansia di fallimento, accompagnata da sintomi di origine psicosomatica. Sta preparandoil matrimonio che avverrà tra un anno e mezzo.
Vorrebbe che la sua futura vita coniugale fosse contraddistinta sempre da un perfetto accordo e  da una perfetta sintonia. Vorrebbe che tutto fosse favoloso.
Anche all’università si presentava agli esami solo quando era certa di prendere il 30.
La sua vacanza estiva, preparata alacremente e  nel dettaglio, è  stata gravemente disturbata da  stati di ansia e  pensieri ossessivi.

“Ah, bé , mi dispiace dirglielo, mia cara F., ma il perfezionismo non rende
felici, anzi direi che condanna all’infelicità.
Non a  caso, sebbene avesse preparato una vacanza proprio come voleva,
qualcosa nel suo ingranaggio è  andato storto…

 

E’ un assioma indiscutibile. Quando l’impegno verso un obiettivo è
eccessivo, solitamente si riduce la possibilità di successo.

Intendo dire “eccessivo”, non “giusto”.
Quando lo scopo prefissato diviene il fulcro delle nostre aspettative , il
rischio che l’imprevisto ci metta lo zampino è  elevato.

D’altro canto, F., anche sposarsi pensando che andrà tutto liscio come
l’olio, mi sembra più una convinzione instillata in lei dall’infanzia un po’
burrascosa, che  un intento da donna adulta, consapevole che la vita di coppia (e la vita in genere) è  costellata da alti e  bassi, da momenti migliori e  altri difficili.
Combinazione sto leggendo attualmente “Una vita insieme” in cui Lea Rabin
(mogliedel Presidente israeliano ucciso nel 1995) racconta  il mezzo secolo vissuto accanto a  suo marito Izaac.
E’ una storia molto bella , dove viene fatto un ritratto intenso di una vita coniugale contraddistinta da moltissimo amore, rispetto, comprensione,
sacrificio, fiducia, ammirazione, attrazione, ma anche difficoltà, litigi, pene,sofferenza, delusioni.

Nessuna vita può essere perfetta.

E’ questa sua aspirazione a  crearle l’ansia, ogniqualvolta le sorge un
pensiero tipo “E  se non andassimo sempre così d’accordo?” Lei va in tilt di fronte a questo timore.

Una persona più realistica penserebbe:
“…Se non andremo sempre d’accordo, significa che siamo una coppia sana ed
equilibrata, non in simbiosi, nella quale  tutti e  due  rriusciamo ad
essere liberi e  trasparenti e  a  esprimere ciò che veramente sentiamo!
In più, la vita è  talmente imprevedibile in modo straordinario, che ciò che
le sembra una pecca, un problema nella coppia, invece potrebbe rivelarsi
una risorsa.

Ovvero, da qui al prossimo luglio, quando sposerà A., dovrà cominciare a
fare l’esercizio dell’imperfezione:

 

  • Ogni giorno (come fosse una medicina) lasci incompleto un impegno, o
    irrisolto un problema, o sporco  un angolo del tavolo, o…
  • E  cominci a  discutere con A. e, soprattutto, consenta ad  A. di
    discutere con lei.

Che il suo fidanzato  sia molto comprensivo nei suoi confronti, è  molto
bello… Ma è  sicura che lui sia davvero così tranquillo dentro di sé, quando lei
vive le sue ansie?

E’ solo una pulce nell’orecchio che le metto per stimolarla un po’ a
riflettere su come l’amore possa non essere perfetto ma essere semplicemente grande amore.

Lei, F., non è  perfetta. Infatti soffre di questa grande ansia che, quando
raggiunge una soglia troppo elevata, si  esprime attraverso il corpo.
Eppure il suo fidanzato  la ama tanto lo stesso e  vuole sposarla.
Anzi, forse la ama proprio anche per questa sua parte un po’ vulnerabile.

In più, me lo lasci dire, se un giorno diventasse madre, la perfezione
sarebbe afosa, opprimente, per i  suoi figli, soprattutto nel caso in cui avesse una bambina, che potrebbe considerarla un modello irraggiungibile e, quindi, avere una scarsa fiducia nelle proprie possibilità di successo, amabilità, ecc.

L’imperfezione, inoltre, rende più solidali e  comprensivi delle
imperfezioni altrui e, dunque, facilita la socialità e  le relazioni autentiche.

Ecco: le ho dato una sfilza di buoni motivi per imparare ad essere
imperfetta e a fare le cose imperfettamente.

E’ una grande soddisfazione poter sbagliare e  sentire che, però,
continuiamo ad amare noi stessi, ad essere interi e ad essere amati dagli altri.

Non immagino, F. cara, che dopo questo discorso  il suo perfezionismo si
acquieti d’incanto ma sono certa che qualche semino di questa riflessione andrà sedimentandosi da qualche parte dei suoi pensieri e  fiorirà quando ce ne sarà bisogno.

Buona strada e  tante meravigliose gioie  anche imperfette.

Daniela Troiani

P.S. Ricordi sempre che è  migliore un ‘opera di artigianato  magari un po’
grezza, di un’asettica e  impeccabile opera industriale.