Pensieri e mente nelle relazioni

Convinzioni e programmazione inconscia

Convinzioni e programmazione inconscia

Possiamo cambiare le nostre convinzioni? In che modo l’inconscio determina le nostre convinzioni? Ed in che modo possiamo agire sulla programmazione inconscia per intervenire sulle convinzioni?

Cosa vuol dire aiutare gli altri? Aiutare gli altri significa dare nuove possibilità, aiutare ad ampliare la propria visione, senza però imporre il proprio punto di vista. Questo tipo di aiuto parte dall’ascolto, dal dialogo, dall’incoraggiamento e dal sostegno dell’altro.
Quando siamo in una relazione d’aiuto possiamo agire sui filtri che vengono utilizzati, innanzitutto da noi stessi. I filtri più potenti sono il linguaggio e le convinzioni.
Il linguaggio è un filtro perché descrive la realtà, anzi, potremmo dire che la costruisce. La maggior parte delle nostre esperienze sono inconsce e noi abbiamo la convinzione che la realtà creata sia vera.
Molto spesso alla base delle nostre convinzioni c’è una programmazione inconscia. La storia che ci raccontiamo crea la nostra realtà. Per poterci orientare nella nostra realtà mettiamo delle etichette; ma quando diamo un’etichetta ci precludiamo di vedere l’intero e ci convinciamo di essere qualcosa o in un preciso modo in base alle etichette che abbiamo messo. La programmazione inconscia altro non è che la nostra realtà. Mettere le etichette significa creare delle convinzioni. Smontando le convinzioni si affronta la paura e la convinzione perde di valore nel tempo. Cambiare linguaggio vuol dire modificare la propria realtà.
Il passo principale è riconoscere le nostre convinzioni per poterci lavorare, partendo dalla considerazione che i pensieri, ovvero le nostre convinzioni, si trasformano in parole, ovvero il linguaggio, che si traducono in azioni, comportamento, e le azioni diventano abitudini, che a loro volta diventano carattere e quindi il nostro destino.

Si possono cambiare queste programmazioni inconsce?
Si, cambiando il linguaggio oppure attraverso un’esperienza emotivo correttiva.
Quindi si lavora sia sul linguaggio, sia sull’esperienza.

L’unica persona illuminata è quella che offrendoti aiuto non crea dipendenza, Gesù non ha mai creato dipendenza, il Buddha non ha mai creato dipendenza.
Aiutare davvero qualcuno significa sostenere e dialogare. Per quale fine? Per la libertà e l’autorealizzazione; quello è il fine dell’aiuto.

Pensieri
e mente
nelle relazioni

Convinzioni e programmazione inconscia

Convinzioni e programmazione inconscia

Possiamo cambiare le nostre convinzioni? In che modo l’inconscio determina le nostre convinzioni? Ed in che modo possiamo agire sulla programmazione inconscia per intervenire sulle convinzioni?

Cosa vuol dire aiutare gli altri? Aiutare gli altri significa dare nuove possibilità, aiutare ad ampliare la propria visione, senza però imporre il proprio punto di vista. Questo tipo di aiuto parte dall’ascolto, dal dialogo, dall’incoraggiamento e dal sostegno dell’altro.
Quando siamo in una relazione d’aiuto possiamo agire sui filtri che vengono utilizzati, innanzitutto da noi stessi. I filtri più potenti sono il linguaggio e le convinzioni.
Il linguaggio è un filtro perché descrive la realtà, anzi, potremmo dire che la costruisce. La maggior parte delle nostre esperienze sono inconsce e noi abbiamo la convinzione che la realtà creata sia vera.
Molto spesso alla base delle nostre convinzioni c’è una programmazione inconscia. La storia che ci raccontiamo crea la nostra realtà. Per poterci orientare nella nostra realtà mettiamo delle etichette; ma quando diamo un’etichetta ci precludiamo di vedere l’intero e ci convinciamo di essere qualcosa o in un preciso modo in base alle etichette che abbiamo messo. La programmazione inconscia altro non è che la nostra realtà. Mettere le etichette significa creare delle convinzioni. Smontando le convinzioni si affronta la paura e la convinzione perde di valore nel tempo. Cambiare linguaggio vuol dire modificare la propria realtà.
Il passo principale è riconoscere le nostre convinzioni per poterci lavorare, partendo dalla considerazione che i pensieri, ovvero le nostre convinzioni, si trasformano in parole, ovvero il linguaggio, che si traducono in azioni, comportamento, e le azioni diventano abitudini, che a loro volta diventano carattere e quindi il nostro destino.

Si possono cambiare queste programmazioni inconsce?
Si, cambiando il linguaggio oppure attraverso un’esperienza emotivo correttiva.
Quindi si lavora sia sul linguaggio, sia sull’esperienza.

L’unica persona illuminata è quella che offrendoti aiuto non crea dipendenza, Gesù non ha mai creato dipendenza, il Buddha non ha mai creato dipendenza.
Aiutare davvero qualcuno significa sostenere e dialogare. Per quale fine? Per la libertà e l’autorealizzazione; quello è il fine dell’aiuto.