Convinzioni: come superare i pensieri limitanti

Convinzioni: come superare i pensieri limitanti

Convinzioni: come superare i pensieri limitanti Cosa sono le convinzioni? In che modo condizionano la nostra vita e le nostre relazioni? Le convinzioni, in breve, sono dei pensieri che, a seconda della connotazione che gli attribuiamo, possono essere potenzianti o limitanti. Le convinzioni limitanti sono quei pensieri che, quando attraversano la nostra mente, ci tolgono energia; sono pensieri come ‘ non valgo’, ‘non dare fastidio’, ‘non ce la farò’, ‘non durerà’, ‘non devo sbagliare’…sono pensieri molto forti e spesso ci condizionano al punto da impedirci la vita. Noi siamo guidati da queste convinzioni, siamo pilotati, siamo condizionati. Reggono finché le alimentiamo e noi tendiamo a confermarle, eliminando, in modo più o meno consapevole, ciò che la indebolisce. Le convinzioni ce le ritroviamo come eredità della nostra educazione. Impediscono l’azione. Ma se le rivoltiamo, cosa succede? Si trasformano in condizioni di possibilità. Sono più vere delle altre? Non è detto, ma ci aprono alla possibilità. Le convinzioni potenzianti sono i permessi che riusciamo a darci, andando oltre il giudizio verso noi stessi e verso le esperienze passate che ne hanno determinato l’insorgere. E’ fondamentale imparare a individuare e vedere quali sono le nostre convinzioni, perché queste limitano le nostre scelte di vita ad ogni livello. Facciamo attenzione perché le convinzioni ci deresponsabilizzano e ci portano a non agire: la realtà è molto meglio di qualsiasi sogno, ma richiede sforzo e spesso è da questo che noi fuggiamo. Quali sono le tue convinzioni limitanti? Quali pensieri ti bloccano nell’azione? Quali i permessi che ti aiutano ad andare oltre le convinzioni limitanti? Fammi sapere nei commenti, Antonio
Maschile e femminile: comunicazione possibile?

Maschile e femminile: comunicazione possibile?

Maschile e femminile: comunicazione possibile? Maschile-femminile: due mondi molto diversi; due tipi di linguaggio molto diversi; due livelli di comunicazione molto diversi. E’ possibile, allora, che maschile e femminile comunichino tra di loro? E’ possibile comunicare efficacemente in coppia? In questo video approfondiamo la comunicazione tra il maschile e il femminile, non riferendoci soltanto alla comunicazione in coppia, ma vedendo anche come comunicare bene con gli altri, utilizzando, in modo coerente ed efficace, le modalità maschili e femminili a seconda delle situazioni. Il maschile trova soluzioni, risolve problemi, ha un pensiero lineare e, sostanzialmente, razionale; il femminile vuole parlare, vuol condividere e dialogare e, soprattutto, vuole sentirsi sostenuto nelle difficoltà ed è, generalmente, più emotivo. Maschile e femminile come possono allora comunicare bene? il primo passo è comprendere il canale da cui parte la comunicazione, tenendo sempre presente che in ogni comunicazione c’è l’aspetto relazionale e l’aspetto del contenuto. A livello di relazione cosa sta comunicando l’altro? A livello di contenuto cosa sta dicendo? il passo successivo è sintonizzarsi sull’altro e comprendere il suo canale di comunicazione. in questo modo, possiamo imparare come comunicare bene con gli altri e far dialogare in modo efficace il maschile col femminile. E tu, riconosci la parte maschile e la parte femminile nella tua comunicazione? Sai utilizzarle in modo efficace nella comunicazione? Fammi sapere nei commenti, Antonio
Comunicazione: 4 passi per un dialogo efficace

Comunicazione: 4 passi per un dialogo efficace

Comunicazione: 4 passi per un dialogo efficace Quanto è importante imparare ad avere un buon dialogo? Quali sono i requisiti di una buona comunicazione? Quali sono gli elementi di una comunicazione efficace? Quali sono i requisiti di un buon dialogo, sia esso professionale o personale? Il primo è l’ascolto. Una persona che si sente ascoltata davvero, evolve da sola. Ma cosa significa ascoltare? Quando parliamo di comunicazione, sia che si tratti di comunicazione professionale (colloquio di counseling) sia che si tratti di comunicazione personale (ad esempio, un dialogo con un amico), dobbiamo partire dalla distinzione fondamentale tra relazione e contenuto della comunicazione. Prestare attenzione alla relazione significa cercare di comprendere ciò che prova il nostro interlocutore, andando oltre il contenuto, ovvero ciò che sta dicendo, dando origine ad una relazione sintonica (ci sintonizziamo sull’altro e ne percepiamo i cambiamenti). La persona che abbiamo difronte deve sentirsi ascoltata, percepire di essere ascoltata. Il secondo è la chiarezza. E’ importante dare una direzione alla comunicazione. Bisogna imparare a distinguere i fatti dalla mente (pensieri e le emozioni), sia con noi stessi che con gli altri. I fatti sono quelli che può riprendere una telecamera. La mente, invece, molto spesso ci racconta qualcosa di molto diverso dai fatti. Il terzo requisito per una comunicazione efficace è la comprensione. E’ necessario imparare a fare una distinzione tra contenuto e struttura, tra ciò che mi viene portato nel colloquio (contenuto) e la struttura del meccanismo di funzionamento delle cose. Dobbiamo ricavare la struttura e rimanere sulla struttura, approfondendo i significati che l’altro (o che noi stessi) dà ai fatti, ben oltre il contenuto che porta. Il quarto requisito di una buona comunicazione e un buon dialogo è l’indagine delle alternative, aiutando la persona a fare delle piccole esperienze che possano modificare la sua comprensione delle cose. Attraverso l’esperienza si amplia notevolmente il nostro punto di vista sul nostro vissuto. Quali sono le difficoltà che incontri nella comunicazione? Fammi sapere nei commenti, Antonio
Comunicazione: a cosa reagisci?

Comunicazione: a cosa reagisci?

Comunicazione: a cosa reagisci? Quando abbiamo uno scambio, una comunicazione con qualcuno, a cosa dobbiamo porre attenzione? Perchè capita che non riusciamo a capire o farci capire? Quante volte ci capita di non riuscire ad avere una comunicazione efficace? La maggior parte della comunicazione che utilizziamo è distruttiva e violenta, basata su uno schema di potere dominio sull’altro. In queste circostanze, a livello superficiale, apparentemente, ci sembra che la comunicazione con l’altro sia una comunicazione adulto-adulto; in realtà è una comunicazione bambino-bambino, in cui ognuno vuole far emergere le sue ragioni, una comunicazione di tipo egoico in cui si cerca di prevalere sull’altro. Se vogliamo che la nostra comunicazione sia evolutiva, ci dobbiamo accorgere del bambino che vuole avere ragione e vuole potere sull’altro. Possiamo analizzare la nostra comunicazione utilizzando il quadrato della comunicazione, uno strumento che porta l’attenzione su quattro principali canali di comunicazione. Con il quadrato della comunicazione noi possiamo approfondire il tipo di comunicazione che utilizziamo con l’altro e vedere: – come ci definisce – cosa vuole che facciamo – chi è l’altro/come si definisce – relazione, qual è il rapporto tra di noi Quando ci agganciamo ai nostri vissuti, sprofondiamo nel nostro mondo interno e perdiamo il contatto con la realtà diventando ‘qualcosa’ che non siamo e attivando una reazione che risponde a quel sentire. Se ci osserviamo con consapevolezza, man mano che ci agganciamo ai nostri vissuti, possiamo scoprire quelli che sono i nostri canali comunicativi preferenziali. E tu, quale canale di comunicazione utilizzi prevalentemente? Fammi sapere nei commenti, Antonio
Che tipo di comunicazione hai con te stesso?

Che tipo di comunicazione hai con te stesso?

Che tipo di comunicazione hai con te stesso? Ognuno di noi attiva, a seconda delle circostanze, un tipo di comunicazione specifica, un proprio stile comunicativo. Quando abbiamo un dialogo con qualcuno, è necessario adeguare il linguaggio alla persona che abbiamo difronte. E il tipo di linguaggio che utilizziamo è lo specchio del tipo di comunicazione che abbiamo con noi stessi. Se volete aiutare voi stessi è necessario, quindi, adeguare il linguaggio che usiamo appunto con noi stessi: se stiamo parlando alle nostre parti – parlo di dialogo intrapersonale – spesso noi cerchiamo di convincere una nostra parte piccola con il ragionamento di una nostra parte adulta, senza renderci conto che il bambino ha un linguaggio molto più semplice. Fateci caso, notate cosa accade dentro di voi, perché come comunichiamo all’interno così tendiamo a comunicare all’esterno. Nella comunicazione intrapersonale, come anche nella comunicazione interpersonale, un aspetto basilare è l’ascolto.Di solito ci capita che, invece di dare ascolto, noi offriamo soluzioni e giudizi. Mentre chi ci chiede ascolto ha solo bisogno di uno spazio di non giudizio. Noi, invece, diamo la soluzione per sentirci up, per sentirci bravi; dare soluzioni è un modo più raffinato per giudicare un altra persona. Sospendere il giudizio, al contrario, vuol dire concentrarsi sull’altro, sentire il suo vissuto, e si può fare solo se ci consideriamo umani come l’altro. Un ascolto non giudicante, un dialogo non giudicante, ci consentono di sospendere il giudizio anche verso noi stessi. E questa è la base di una buona comunicazione. E tu, che tipo di comunicazione hai con te stesso? Fammi sapere nei commenti, Antonio
Scopri chi sei veramente oltre i tuoi pensieri

Scopri chi sei veramente oltre i tuoi pensieri

Scopri chi sei veramente oltre i tuoi pensieri Chi sei oltre i tuoi pensieri? Rivela la verità su te stesso. Chi sei veramente? Spesso abbiamo pensieri costanti e ricorrenti, nei quali ci identifichiamo e sui quali costruiamo la nostra storia. Fondamentale è riscoprire quello che noi siamo oltre la mente, oltre i nostri pensieri, capire che la mente è uno strumento e che ha due possibilità: uno è essere utilizzata da noi come un computer, ed è uno strumento meraviglioso. Spesso dobbiamo gestire pensieri automatici negativi, dobbiamo gestire i pensieri ossessivi. La mente è lo strumento migliore che abbiamo per certi fini, quando la utilizziamo consapevolmente. Scoprire chi sei veramente, rivelare la verità su te stesso, non può prescindere dalla gestione dei pensieri che è il limite più grande alla conoscenza di sé. Prendere consapevolezza di sé significa rendersi consapevoli dei pensieri automatici negativi e andare oltre questi. Inoltre, la seconda possibilità, è considerare che, è quando la mente inizia a usare noi e non viceversa che la cosa si complica. The work di Byron Katie, il lavoro, ci aiuta notevolmente in questo nostro compito. Byron Katie infatti mostra come andare oltre i pensieri ossessivi per rintracciare quella profonda consapevolezza di sé che rivela la verità su noi stesso, che ci fa riscoprire chi siamo veramente. La domanda è: vuoi davvero conoscerti? Fammi sapere nei commenti, Antonio