da Antonio Quaglietta | Apr 7, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast)
La relazione con il narcisista spesso non è semplice da gestire. Il primo passaggio fondamentale da fare è riconoscere il narcisismo, nostro e gli altri. Nella scorsa diretta ne abbiamo visto i segnali: • Comunicazione unilaterale • Ricerca di conferme • Svalutazione degli altri e sopravvalutazione di noi stessi • No empatia e comprensione • Manipolazione e coercizione, con particolare utilizzo del gaslighting La relazione con il narcisista è una relazione ciclica, ossia si ripete, e si basa su tre fasi: 1) Idealizzazione: il narcisista vuole ammirazione degli altri; deve essere al centro, non vuole amore, vuole solo possesso. Idealizza l’altro, la relazione ed è prodigo di complimenti; attua un vero e proprio bombardamento d’amore e ha come scopo quello di far sentire unico l’altro. Il punto debole a cui si aggancia si subisce questo comportamento è la voglia di sentirsi al centro: si uniscono il narcisismo manipolatorio e il narcisismo interno. 2) Svalutazione: è una fase che avviene quando il narcisista prende la sicurezza nella relazione. Ha sedotto e può abbandonare: il suo scopo era destabilizzare, possedere e una volta raggiunto questo scopo inizia la svalutazione. Può avere atteggiamenti di gelosia, avanza accuse, utilizza la proiezione dei lati negativi; spesso colora la sua comunicazione di ironia, sarcasmo e usa il gaslighting 3) Lo scarto: dopo che ha destabilizzato, ha fatto in modo di diventare tutto il mondo dell’altro, passa alla fase dello scarto. Avviene così un vero e proprio distacco emotivo spesso seguito dalla chiusura della relazione. Ma visto che il narcisista ha creato il vuoto intorno e l’altro si ritrova solo, cercherà di salvare la relazione. Ma in realtà non c’è nessuna relazione: c’è un copione egocentrato. Al centro c’è l’ego. Quali sono gli antidoti nella relazione con il narcisista? Vediamone alcuni: 1) riconoscere i segnali: ci possiamo occupare delle nostre ferite solo se le vediamo; 2) mettere i confini chiari: il narcisista confonde, manipola, non regge la chiarezza. 3) Comunicazione assertiva: mi sento sempre in grado di dire “io penso”, “io sento”; non non c’è svalutazione nella relazione. 4) Aiuto esterno: è fondamentale. Possiamo distinguere quello professionale e quello relazionale.
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast)
Cosa è il narcisismo? Il narcisismo è un tratto, una subpersonalità, che ha uno sviluppo nel corso del tempo e comprende diversi livelli che partono da quello che è sano narcisismo (giusto amore e giusta visione di sé, visione ed ecologica-fa bene a me e agli altri) fino ad arrivare al disturbo narcisistico di personalità. Come riconoscere i tratti narcisistici in noi e negli altri? Ci sono alcuni segnali che possiamo imparare a conoscere per poter riconoscere il narcisismo nelle relazioni. Eccone alcuni: • Comunicazione unilaterale: parlo solo io e parlo di me. • Il bisogno di ammirazione: abbiamo bisogno di approvazione e la ricerchiamo continuamente. • Svalutazione degli altri: cerchiamo la grandezza sminuendo gli altri • No empatia e comprensione: mancanza di interesse per il vissuto dell’altro. • Manipolazione e coercizione: il segnale che siamo preda di una parte narcisista si manifesta nella mancanza di voglia e capacità di entrare in una relazione libera, vera e profonda, autentica, di connessione emotiva; per non entrare in una relazione vera scelgo la manipolazione o la coercizione. Quando usiamo la manipolazione o la coercizione siamo preda delle nostre parti narcisistiche. Non esiste la vittima ma esiste la codipendenza. Mancano i meccanismi di comunicazione, si esasperano i tratti narcisistici. Come rendersi conto di quanto è grave e sviluppato il tratto? Valutare • La frequenza e intensità dei comportamenti • E quanto è ecologico il comportamento Si tratta si supervisionare le parti interne ed educarle, dar loro il giusto spazio, senza lasciare alle parti piccole al comando. Possiamo distinguere due tipi di narcisismo: 1) Narcisismo grandioso: è caratterizzato da un senso di grandiosità e superiorità; ha una eccessiva autostima, domina le conversazioni parlando principalmente di se stesso; mostra esibizionismo e ricerca costante ammirazione e attenzione; mostra poca empatia e ha comportamenti arroganti e prepotenti. 2) Narcisismo vulnerabile: è caratterizzato da un senso di inadeguatezza e di insicurezza: ha una bassa autostima e di pende dall’approvazione degli altri; è ipersensibile alle critiche e al rifiuto; usa la manipolazione attraverso comportamenti passivo-aggressivi; manifesta difficoltà nelle relazioni intime. Entrambi i tipi di narcisismo sono forme di indisponibilità e incapacità ad una relazione vera intima e profonda. Vi è un meccanismo che il narcisista mette in atto, chiamato gaslighting. Consiste nel: • Negare eventi e conversazioni passate: mina il senso di realtà • Sminuire sentimenti e preoccupazioni • Creare confusione: menzogne e falsità. Inserendo qualcosa di non vero, aumenta la confusione. • Promuovere Isolamento sociale • Proiezione dei comportamenti negativi
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, relazioni (poscast)
La comunicazione è uno degli aspetti cardine delle relazioni: quando comunichiamo “bene” possiamo avere relazioni sane e nutrienti. Ma come si fa a comunicare bene? Come possiamo superare le difficoltà che ci rendono difficile la comunicazione? L’unico parametro per misurare l’esito di una comunicazione è il feedback che otteniamo, quello che ci torna indietro. In ogni comunicazione scambiamo informazioni e modifichiamo le emozioni dell’altro. La comunicazione però per essere efficace deve ottenere il risultato che ci prefiggiamo come obiettivo della comunicazione stessa. Una delle cose importanti a cui prestare attenzione è il ‘come’ comunichiamo: il come in una comunicazione conta il 93%; il cosa comunichiamo il 7%. Perché è importante prestare attenzione alla qualità della comunicazione? Perché la qualità della comunicazione determina la qualità della relazione. Infatti, relazionarsi cosa vuol dire? Essere in relazione consiste nell’avere uno scambio di comunicazioni. Se cambiamo la comunicazione, incidiamo in qualche modo anche sulle relazioni. Spesso noi crediamo che comunicare sia semplicemente ‘dire’, ma non è così: la comunicazione è anche un non dire, un fare, un non fare. In pratica, è impossibile non comunicare.
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, relazioni (poscast)
Migliorare la COMUNICAZIONE per creare buone RELAZIONI. La comunicazione è davvero il materiale con cui costruiamo le nostre relazioni, è ciò che decide le sorti delle nostre relazioni. Se impariamo a comunicare bene e in modo efficace possiamo avere relazioni sane e nutrienti. Ma cosa rovina le nostre relazioni? E come possiamo rimediare? Tutti noi vorremmo costruire delle relazioni sane, belle, nutrienti, ma perché spesso non ci riusciamo? Perché non sappiamo come fare! Migliorare la comunicazione e fondamentale per le nostre relazioni. Molto spesso questo dipende dal fatto che nella nostra comunicazione sono presenti 5 veleni che possono rovinare le nostre relazioni. Vediamo quali sono i 5 veleni. 1) Mancanza di ascolto: ascolto di noi stessi e dell’altro. L’ascolto è una capacità che va allenata. Spesso ci soffermiamo sull’ascolto della mente torturatrice. La mancanza di ascolto produce fraintendimento. Il bravo comunicatore è quello che sa ascoltare. 2) Comunicazione aggressiva: noi comunichiamo in modo aggressivo non solo quando gridiamo o accusiamo; abbiamo una comunicazione aggressiva anche quando usiamo una comunicazione svalutante o quando siamo poco chiari nella comunicazione, ambigui, mandiamo doppi messaggi o usiamo equivalenti aggressivi. 3) Essere giudicante: è un’aggressività più diretta. Notate quante volte dici “tu” e quante dici “io”. Il passaggio da tu ad io ci salva la vita. L’unica via per arrivare a non giudicare è quando impari a vedere chi sei tu. Osservare se stessi e conoscersi allenta il giudizio. 4) Non esprimere i propri sentimenti: bisogna partire da noi stessi, da ciò che sentiamo, da quali sono le nostre emozioni e sviluppare una comunicazione assertiva. 5) Non essere coerenti: la coerenza è far corrispondere il pensare, il dire e il fare; come esseri umani siamo tendenzialmente incoerenti. Portare la coerenza nella propria comunicazione e quindi nelle proprie relazioni vuol dire imparare a togliere le maschere. Ci sono però 5 antidoti a questi veleni, che possono liberare le relazioni. Tutti portano a migliorare la nostra comunicazione per evitare le relazioni tossiche. 1) Ascolto attivo: non si tratta di mettere in pratica una tecnica, ma si tratta di un atteggiamento interno per il quale siamo davvero interessati a chi stiamo ascoltando, a ciò che dice e sta condividendo con noi. 2) Comunicazione assertiva: dire ciò che pensiamo e ciò che sentiamo in modo pulito e aperto, dichiarando noi stessi, parlando di noi. 3) Feedback costruttivo: è il contrario del giudizio; dare feedback vuol dire non giudicare; il feedback parla di qualcosa di oggettivo, si tratta di oggettivare. 4) Esprimere i propri sentimenti: quando non lo facciamo coviamo dentro rabbia ed emozioni negative, siamo sulla difensiva. 5) I messaggi coerenti: ciò che sentiamo corrisponde a ciò che comunichiamo. E tu, quale veleno usi nella tua comunicazione?
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Morte: esperienza di vita Nella diretta Chantal Dejean ha raccontato le sue esperienze tra i mondi sottili. La vita non è solo quello che conosciamo noi. Chantal raccontando la sua esperienza ci apre alla possibilità di comprendere che ci sono altre dimensioni, altri luoghi di coscienza, delle realtà più sottili. Anche la materia non è solo quella che conosciamo noi, ma è infinita. Ciò che cambia è la frequenza e le vibrazioni di cui siamo consapevoli. Noi siamo esseri multidimensionali e siamo chiamati a compiere il nostro viaggio di conoscenza di noi stessi, come parte del tutto, e dello scopo del nostro viaggio: conoscere il nostro potenziale interiore e svilupparlo. Tutto ciò che esiste è a servizio della nostra coscienza. Anche nell’aldilà continuiamo a conoscere se stessi e chi siamo. Cosa cambia quando ci apriamo alla possibilità di scoprire la Vita a diversi livelli?
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Cosa è la leggerezza? Che vantaggi ha? Come possiamo praticare la leggerezza? Spesso diamo un accezione negativa alla leggerezza, poiché la confondiamo con la spensieratezza e la superficialità. La spensieratezza è un atteggiamento infantile di evitamento della vita. La superficialità è guardare le cose solo in superficie, senza mai approfondire. La leggerezza è invece un atteggiamento che ci permette di prendere con calma, serenità, la vita, le situazioni, le dinamiche; non si tratta di evitare le situazioni, ma di impedire alla nostra mente di aggiungere il suo carico di emozioni poco utili, pensieri disfunzionali e di tutto ciò che peggiora solo la situazione. Il fatto di non essere leggeri determina gran parte del nostro malessere. Non essere leggeri ci rende odiosi a noi stessi e agli altri. Ci impedisce una vita serena, in pace (continuo conflitto interiore), e determina relazioni pesanti. Come facciamo a riconoscere la leggerezza? Eccone alcune componenti principali: • Semplificare: è rimanere sui dati di realtà, su ciò che sta accadendo, senza aggiungere pensieri, deduzioni, significati, etc. • Coltivare la pace: la leggerezza garantisce la pace e nasce dalla pace; ci aiuta a superare i conflitti interni • Stare sui dati di realtà: • Sperare: è il contrario della disperazione. Si tratta si sapere che le cose andranno come andranno e che in qualche modo le affronteremo. La qualità che ci tiene in vita. Se ci abbandoniamo al pensiero catastrofico ci deprimiamo. • Focalizzare l’impermanenza: tutto passa, ogni cosa è impermanente. Spesso però ci sono delle ombre che ci impediscono di vivere con leggerezza, ci sono veri e propri fantasmi della mente: • rimuginio: catena incontrollata di pensieri negativi e catastrofici. • Personalizzazione: riferire ogni cosa che accade a se stessi dandosene la colpa • Preoccupazione: vedere prima problemi che non esistono • Pretesa: pretendere che le cose siano diverse da come sono • Pensiero ossessivo: fissarsi sui particolari, è il contrario della semplificazione, guarda al singolo dettaglio. Quando ritorniamo presenti i fantasmi vanno via, li vediamo per quelli che sono cioè dei fantasmi. Quando torniamo presenti smettiamo di identificarci. Vivere con leggerezza ci dà tra l’altro grandi vantaggi: • riduce lo stress: lo stress danneggia tutto il nostro corpo, la mente e l’anima, incide sulla nostra vita…la leggerezza ci salva la vita; • migliora le relazioni: leggerezza è saper sorridere delle cose, sdrammatizzare, ridimensionare; • ci dà capacità di ripresa: quando siamo leggeri, sappiamo che possiamo rialzarci; • accresce fiducia in noi stessi • ci rende flessibili: capacità di adattamento.
Commenti recenti