Episodio 265 – Relazioni felici in pratica: come costruire legami sani e nutrienti

Episodio 265 – Relazioni felici in pratica: come costruire legami sani e nutrienti

Come costruire le buone relazioni? Quali sono i punti fondamentali per riconoscerle? La relazione autentica non è misurata dal tempo trascorso insieme, ma dalla profondità dell’eco che lascia nell’anima. Per poter fare una valutazione rispetto alle nostre relazioni, se siano sane e nutrienti o tossiche e distruttive, il primo elemento da tenere in considerazione è comprendere quale parte di noi compie questa valutazione, cioè se è il nostro ego o la nostra parte adulta e animica. L’ ego ha i suoi criteri per dire che una relazione è sana che sono semplici, ma che non ci consentono di stare bene davvero, in quanto prevalentemente basati su pretese. Quali sono i criteri dell’anima? Che cosa è che ci fa stare bene davvero? Una relazione sana ha bisogno di connessione emotiva. In cosa consiste la connessione emotiva? Eccone i punti principali: • comprensione reciproca, ovvero la capacità di esprimere i propri sentimenti cercando di farsi comprendere dall’altra persona e di ascoltare i sentimenti degli altri; • apertura emotiva: capacità di mostrare le proprie emozioni, nonostante il timore del giudizio; • curiosità verso l’altro: cioè avere attenzione e desiderio a conoscere l’altro; • benessere condiviso: stiamo bene quando stiamo insieme? • Apprendimento condiviso: quanto andiamo avanti insieme? quanto cresciamo insieme? C’è scambio? • Presenza interiorizzata: sentire che dentro abbiamo le persone a cui vogliamo bene, anche quando non sono fisicamente con noi. Ma come si fa ad arrivare a questo livello di connessione emotiva? • Dialogo sincero: io sento…io penso… • Essere veri: mostrarsi per ciò che siamo, ciò che sentiamo, ciò che pensiamo…significa non fingere • Empatia attiva: mi impegno attivamente a sentire e capire come sta l’altro • Momenti condivisi: momenti in cui si vive davvero un’esperienza insieme • Fiducia condivisa: la possibilità di fidarsi dell’altro; • Rispetto dell’alterità: valorizzare e accettare le peculiarità dell’altro e comprendere che l’altro sente in modo diverso da me, pensa, crede, agisce in modo diverso da me e questo va rispettato. • Dedizione alla relazione: mettere impegno, energia e voglia in una relazione.
Episodio 264 – 5 tipi di cambiamento nella vita: scopri il tuo e come gestirlo

Episodio 264 – 5 tipi di cambiamento nella vita: scopri il tuo e come gestirlo

Il cambiamento è una costante nella nostra vita: cambiare è inevitabile e necessario. Spesso però il cambiamento ci spaventa, anche perché non ne conosciamo le caratteristiche e la tipologia. Solo conoscendo quale tipo di cambiamento stiamo vivendo possiamo gestirlo al meglio. Vediamo insieme i 5 tipi di cambiamento: 1) Cambiamento incrementale: è un cambiamento che va fatto un passo alla volta. È un cambiamento che riguarda soprattutto le nuove abilità da apprendere. Si tratta di fare piccoli passi continui nel tempo. La costanza è l’elemento cruciale. Tra i vantaggi c’è che è facile da gestire ed è meno stressante e consente di adattarsi gradualmente. Tra i contro c’è il fatto che è necessario più tempo per vedere i risultati. Cosa possiamo fare? Riserviamo 10 minuti al giorno da dedicare a ciò che vogliamo cambiare. 2) Cambiamento a valanga: è il cambiamento dovuto ad un unico passo grande ed importante che scatena tanti altri cambiamenti. Tra i vantaggi ci sono i risultati raggiunti in modo rapido e il fatto che produce trasformazioni profonde. Tra i contro potrebbe esserci lo stress e la fatica di questo tipo di cambiamento. Cosa fare? Prendersi del tempo per riflettere prima di prendere decisioni impulsive. 3) Cambiamento per insight: è una vera e propria rivelazione e deriva da tutto ciò che l’inconscio ha già dentro di sé. Proprio per questo è più potente. È una rivelazione che porta un cambiamento. Tra i vantaggi c’è il fatto che è motivato da una profonda comprensione. Tra i contro c’è il fatto che può essere inaspettato. Cosa fare? Possiamo tenere un diario per non ignorare le intuizioni e le riflessioni che ci vengono in mente. Scrivere le intuizioni ci fa capire che magari ritornano nel tempo o se sono state solo un pensiero del momento. 4) Forzato: è quel cambiamento che non dipende da noi, arriva e lo dobbiamo accettare. Tra i pro c’è che può portare nuove opportunità ed evoluzione e crescita personale. Tra i contro c’è che è difficile da accettare e gestire. Cosa fare? Possiamo prepararci ed essere pronti, creando una rete di supporto e creando risorse, allenando la pazienza. 5) Cambiamento evolutivo: è un tipo di cambiamento naturale perché rispecchia delle fasi della nostra esistenza, che noi spesso possiamo ostacolare. Tra i vantaggi c’è che fa parte del processo naturale di crescita e di evoluzione. Tra i contro c’è l’incertezza che porta con sé e le sfide che ne derivano. Cosa fare? Abbracciare ogni fase della vita e cercare di imparare da ogni esperienza. Un elemento da tenere in considerazione quando parliamo di cambiamento è che è inevitabile e porta sempre con sé una buona dose di resistenze e di paura, legate appunto al timore di cambiare. Ma partendo da questa consapevolezza possiamo procedere nella nostra vita gestendo anche le nostre resistenze e paure.
Episodio 260 – Cambiare per crescere: i passi del cambiamento personale

Episodio 260 – Cambiare per crescere: i passi del cambiamento personale

Spesso nonostante la ricerca frenetica per raggiungere un obiettivo specifico, per avare un cambiamento, bastano poche cose, semplici, ma vanno applicate. San Francesco dice: cominciate col fare ciò che necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile. Il punto di partenza per avere un cambiamento dunque è fare ciò che è necessario. Cosa è il necessario? 1) L’auto-osservazione: cosa accade dentro di me? Questo toglie ogni forma di personalizzazione. Nel fare questo spesso commettiamo degli errori: il primo errore è osservare per cambiare (quando osserviamo dobbiamo osservare per osservare, ci immergiamo nella realtà osservandola); un altro errore è conoscere se stessi (scambiamo per giudicare se stessi: se mi osservo per avere l’ultima verità su me stesso perdo di vista che sono un divenire costante); un altro errore è provare a fare la media matematica: spesso ci osserviamo per fare la media matematica…ci valutiamo e poi facciamo una media tra i “voti” che ci diamo. Quando ci ascoltiamo mettiamo più armonia dentro di noi. 2) Non giudizio: quando siamo nel come dovremmo essere, siamo nel conflitto, nella condanna. Non possiamo cambiare fintanto che ci giudichiamo. Ci vuole onestà e coraggio per osservare senza giudicare. 3) Volontà: impegno, sforzo e pratica: ci vuole impegno, anche di non intervenire, per restare nell’osservazione; ci vuole sforzo, perché potrebbe essere faticoso restare nell’osservazione; pratica perché bisogna allenarsi ad osservare. 4) Costanza: smetterla di chiedersi qual è il passo successivo, perché la vita è un alternarsi continuo e armonioso. La mente, invece, è tarata così, su queste domande: • chi voglio apparire? • Chi devo essere? • Chi voglio essere? E alla fine osserviamo chi siamo…lo lasciamo sempre in ultimo piano. Quanta energia spendiamo per sembrare chi non siamo? Mettersi di fronte a se stessi è difficile, ma è liberante. Vuol dire scoprire la verità di se stessi e la verità rende liberi. Il cambiamento, in questo senso, non è la finalità, ma avviene e basta.