da Antonio Quaglietta | Nov 3, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Oltre l’inconsapevolezza. Scopri i modi in cui cancelliamo la realtà e come riscrivere la nostra storia La sofferenza umana è dovuta alle immagini che ci facciamo della realtà. Infatti non è la realtà a farci soffrire, ma ciò che scegliamo di vedere di essa. Quello da cui è importante partire è la consapevolezza del fatto che noi non possiamo mai prendere tutti i dati di realtà, ma ne abbiamo sempre una rappresentazione. Cancelliamo sempre qualcosa. Alcune cancellazioni sono utili e funzionali. Altre però sono dannose e ci provocano sofferenza. Quali sono le cancellazioni che ci fanno soffrire maggiormente? • Giudizio assoluto: spesso abbiamo bisogno di spaccare la realtà in due, di dividere in buoni o cattivi, bianco o nero… questa non è la realtà, ma l’ immagine che noi ci siamo fatti della realtà. Quando ci sentiamo colpiti, feriti tendiamo a formulare giudizi assoluti. • Ignoranza selettiva: vuol dire attaccarsi solo a delle informazioni, a quelle che ci confermano, a ciò che già pensiamo (bias della conferma); quando abbiamo convinzioni, ignoriamo in modo selettivo ciò che non ci conferma. • Generalizzazione: avviene quando rendiamo la parte il tutto. • Identificazione: avviene quando ci identifichiamo in un ruolo e cancelliamo altre parti di noi. • Cecità sui bisogni: non conosciamo i nostri bisogni; ci nascondiamo i nostri bisogni e le nostre esigenze e lo facciamo anche con gli altri. Quando non conosciamo i nostri bisogni , ci allontaniamo da noi stessi Cosa si può fare? Con i giudizi assoluti si può fare una pratica di consapevolezza: quando esprimiamo giudizi assoluti, possiamo trovare almeno tre cose che smentiscano il nostro giudizio. Bisogna mettere il giudizio alla prova della realtà. E la realtà vince sempre. Con l’ignoranza selettiva possiamo fare questo: quando vediamo che tutto mi conferma quello che penso, dobbiamo chiederci cosa non stiamo vedendo, quale aspetto abbiamo cancellato. Con la generalizzazione dobbiamo tornare all’evento, alla situazione, all’esperienza che abbiamo vissuto; dobbiamo risalire all’esperienza di partenza. Con l’identificazione dobbiamo chiederci: sono solo questo? Ed individuiamo anche le parti che non vediamo. Con la cecità sui bisogni possiamo chiederci di cosa abbiamo bisogno davvero. E ricercare i nostri veri bisogni e trovare modi di soddisfare i nostri bisogni.
da Antonio Quaglietta | Ott 27, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Con Fabrizio Giuliani, maestro di meditazione, abbiamo parlato della pratica nella vita quotidiana. La meditazione ha benefici notevoli ormai noti e riconosciuti a diversi livelli. Ma come si fa a coltivare la presenza con la meditazione? E’ possibile farlo nelle attività che svolgiamo durante le nostre giornate? Spesso ci approcciamo alla pratica formale come se fosse la panacea di tutti i mali, la risoluzione ai nostri problemi. E quando pratichiamo magari stiamo anche meglio. Ma poi, cosa accade nella quotidianità delle nostre vite? Per poter praticare nella quotidianità è necessario aprire il cuore e la mente ad un’esperienza diversa. Occorre prestare attenzione ad ogni cosa che facciamo. Mindfulness è proprio non dimenticare, non dimenticare di essere presente, di prestare attenzione a quello che stiamo facendo. Certamente la pratica formale è utile per allenare il muscolo dell’attenzione, ma durante la giornata dobbiamo ricordarci di non dimenticare. Mindfulness è infatti la capacità di osservare quello che succede senza giudizio. La consapevolezza è come uno specchio: riflette quello che sta succedendo; è importante fare la pratica formale, ma è importante anche portarla nella vita di tutti i giorni. Questo significa: fai quello che stai facendo. Non è importante cosa stai osservando, ma l’importante è osservare. Fare tutto con presenza. Questo cambia anche le relazioni tra le persone. Spesso noi ci distraiamo pensando a quello che dobbiamo rispondere e non a quello che gli altri dicono. Ma se riusciamo a prestare attenzione, cambiano le nostre risposte. E quindi le nostre relazioni. Perché cambia la presenza nella relazione. Quando usciamo dall’inferno della mente permettiamo alla vita di fluire. La vita si vive nella pratica quotidiana. Crea la tua presenza e fammi sapere cosa cambia quando vivi il quotidiano nella presenza.
da Antonio Quaglietta | Ott 19, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Il cambiamento è una costante nella nostra vita: cambiare è inevitabile e necessario. Spesso però il cambiamento ci spaventa, anche perché non ne conosciamo le caratteristiche e la tipologia. Solo conoscendo quale tipo di cambiamento stiamo vivendo possiamo gestirlo al meglio. Vediamo insieme i 5 tipi di cambiamento: 1) Cambiamento incrementale: è un cambiamento che va fatto un passo alla volta. È un cambiamento che riguarda soprattutto le nuove abilità da apprendere. Si tratta di fare piccoli passi continui nel tempo. La costanza è l’elemento cruciale. Tra i vantaggi c’è che è facile da gestire ed è meno stressante e consente di adattarsi gradualmente. Tra i contro c’è il fatto che è necessario più tempo per vedere i risultati. Cosa possiamo fare? Riserviamo 10 minuti al giorno da dedicare a ciò che vogliamo cambiare. 2) Cambiamento a valanga: è il cambiamento dovuto ad un unico passo grande ed importante che scatena tanti altri cambiamenti. Tra i vantaggi ci sono i risultati raggiunti in modo rapido e il fatto che produce trasformazioni profonde. Tra i contro potrebbe esserci lo stress e la fatica di questo tipo di cambiamento. Cosa fare? Prendersi del tempo per riflettere prima di prendere decisioni impulsive. 3) Cambiamento per insight: è una vera e propria rivelazione e deriva da tutto ciò che l’inconscio ha già dentro di sé. Proprio per questo è più potente. È una rivelazione che porta un cambiamento. Tra i vantaggi c’è il fatto che è motivato da una profonda comprensione. Tra i contro c’è il fatto che può essere inaspettato. Cosa fare? Possiamo tenere un diario per non ignorare le intuizioni e le riflessioni che ci vengono in mente. Scrivere le intuizioni ci fa capire che magari ritornano nel tempo o se sono state solo un pensiero del momento. 4) Forzato: è quel cambiamento che non dipende da noi, arriva e lo dobbiamo accettare. Tra i pro c’è che può portare nuove opportunità ed evoluzione e crescita personale. Tra i contro c’è che è difficile da accettare e gestire. Cosa fare? Possiamo prepararci ed essere pronti, creando una rete di supporto e creando risorse, allenando la pazienza. 5) Cambiamento evolutivo: è un tipo di cambiamento naturale perché rispecchia delle fasi della nostra esistenza, che noi spesso possiamo ostacolare. Tra i vantaggi c’è che fa parte del processo naturale di crescita e di evoluzione. Tra i contro c’è l’incertezza che porta con sé e le sfide che ne derivano. Cosa fare? Abbracciare ogni fase della vita e cercare di imparare da ogni esperienza. Un elemento da tenere in considerazione quando parliamo di cambiamento è che è inevitabile e porta sempre con sé una buona dose di resistenze e di paura, legate appunto al timore di cambiare. Ma partendo da questa consapevolezza possiamo procedere nella nostra vita gestendo anche le nostre resistenze e paure.
da Antonio Quaglietta | Lug 28, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Da sentirsi KO a sentirsi OK: strategie per affrontare le avversità e crescere. Quante difficoltà affrontiamo quotidianamente? La vita spesso è generosa nel metterci di fronte a sfide ed avversità da affrontare. Come possiamo passare dal sentirsi ko al sentirsi ok? La vita è costituita al 10% di quello che ci accade e al 90% del nostro modo di reagire a quello che ci accade. E questo ci fa paura. Perché? Perché ognuno di noi, nella propria vita, ha bisogno d certezze. Ma non siamo disposti a rinunciare alla certezza che la sofferenza sia oggettiva, siamo convinti che siamo vittime di quello che stiamo vivendo. Questo dipende dal fatto che la nostra mente, il nostro ego, lavora su categorie opposte; la nostra mente è duale (o è colpa dell’esterno o è colpa mia). Non riusciamo a andare oltre questo conflitto. Da dove iniziare per superare questo conflitto? • La prima cosa da fare è fermarsi, fermare il turbinio della mente e vedere cosa realmente sta accadendo, come la mente sta guardando la nostra realtà. La realtà sono i dati oggettivi (non sono l’interpretazione che la nostra mente dà della realtà), la mente ne dà una interpretazione. Come riconoscere i dati di realtà? Possiamo notare i verbi che utilizziamo, se riferiamo all’esterno la nostra sofferenza (chiediti: cosa di ciò che sta accadendo mi fa soffrire?). L’ego invece ci agita quando abbiamo bisogno di calma. Quando scatta questo dialogo interno bisogna fermarsi. • Il secondo passo è imparare a distinguere la rassegnazione dall’accettazione e smettere di sentire di subire la vita con atteggiamento passivo. Rassegnazione vuol dire mantenere lo stato di opposizione verso qualcosa, di rifiuto, di agitazione verso qualcosa e appesantirlo con emozioni negative; la rassegnazione è una doverizzazione al peggio. L’accettazione, al contrario, è accettare semplicemente, vedere le cose che stanno accadendo, sentire il proprio rifiuto e gestirlo, accogliendo ciò che sta accadendo. L’accettazione è uno stato pre-mentale: prima che la mente esprima il proprio giudizio di attaccamento o avversione, io accolgo quello che accade. È apertura. Come si cresce e come si passa dal sentirsi ko al sentirsi ok? • Allenarsi e accrescere conoscenza e consapevolezza: far diventare ogni prova un momento di crescita: cosa mi vuole insegnare questa prova? • Allenarsi ed accrescere la fede/fiducia/speranza e quindi avere prospettiva • Supporto relazionale e condivisione
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Ci sono insegnamenti e lezioni che possono arricchire la nostra esistenza, se siamo disposti ad aprirci alla bellezza del messaggio che portano con sé. Insieme ad Enrico Ruggini, psicologo e psicoterapeuta, abbiamo parlato dell’esperienza del Cerchio Firenze 77. I maestri del Cerchio Firenze 77 hanno lasciato i loro insegnamenti, che hanno come obiettivo quello di andare oltre la separatività, che caratterizza la nostra condizione umana, e arrivare, ampliando la propria coscienza, all’apertura verso l’altro. Si tratta quindi di accrescere la conoscenza del proprio mondo interiore e la propria consapevolezza, prendendo coscienza che la vita è un insieme di eventi che, per esperienza e livelli di conoscenza, ci porta al momento che viviamo, il tutto all’interno di un processo evolutivo. L’uomo parte da uno stato di evoluzione basso, in cui si sente separato dal tutto e da tutti, e, nel corso della sua esistenza, evolve attraverso precisi apprendimenti e insegnamenti che gli arrivano dalle esperienze che vive. Siamo qui per imparare, crescere, evolvere e connetterci sempre di più all’altro.
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Spesso nonostante la ricerca frenetica per raggiungere un obiettivo specifico, per avare un cambiamento, bastano poche cose, semplici, ma vanno applicate. San Francesco dice: cominciate col fare ciò che necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile. Il punto di partenza per avere un cambiamento dunque è fare ciò che è necessario. Cosa è il necessario? 1) L’auto-osservazione: cosa accade dentro di me? Questo toglie ogni forma di personalizzazione. Nel fare questo spesso commettiamo degli errori: il primo errore è osservare per cambiare (quando osserviamo dobbiamo osservare per osservare, ci immergiamo nella realtà osservandola); un altro errore è conoscere se stessi (scambiamo per giudicare se stessi: se mi osservo per avere l’ultima verità su me stesso perdo di vista che sono un divenire costante); un altro errore è provare a fare la media matematica: spesso ci osserviamo per fare la media matematica…ci valutiamo e poi facciamo una media tra i “voti” che ci diamo. Quando ci ascoltiamo mettiamo più armonia dentro di noi. 2) Non giudizio: quando siamo nel come dovremmo essere, siamo nel conflitto, nella condanna. Non possiamo cambiare fintanto che ci giudichiamo. Ci vuole onestà e coraggio per osservare senza giudicare. 3) Volontà: impegno, sforzo e pratica: ci vuole impegno, anche di non intervenire, per restare nell’osservazione; ci vuole sforzo, perché potrebbe essere faticoso restare nell’osservazione; pratica perché bisogna allenarsi ad osservare. 4) Costanza: smetterla di chiedersi qual è il passo successivo, perché la vita è un alternarsi continuo e armonioso. La mente, invece, è tarata così, su queste domande: • chi voglio apparire? • Chi devo essere? • Chi voglio essere? E alla fine osserviamo chi siamo…lo lasciamo sempre in ultimo piano. Quanta energia spendiamo per sembrare chi non siamo? Mettersi di fronte a se stessi è difficile, ma è liberante. Vuol dire scoprire la verità di se stessi e la verità rende liberi. Il cambiamento, in questo senso, non è la finalità, ma avviene e basta.
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